lunedì 3 novembre 2014

Il lavoro ora è sostanzialmente la schiavitù del salario, con oltre l'80% delle persone che odiano il proprio lavoro. Il lavoro non deve essere considerato come un requisito per la sopravvivenza. La frase 'guadagnarsi da vivere' dovrebbe scomparire.
Produciamo a sufficienza perché le persone possano semplicemente vivere, senza dover giustificare la loro esistenza attraverso un lavoro spesso noioso, senza senso, o degradante. Immaginate se nessuno dovesse lavorare per vivere, molti potrebbero fare cose utili per gli altri, molti vorrebbero creare qualcosa di straordinario...

giovedì 17 novembre 2011

Troppi italiani in questo paese

quello che mi preoccupa non è Monti, il governo tecnico e tutto quello che comporta. che si guardino i sondaggi o si parli con le persone, l'aspetto più evidente è come questo governo nasca con ostilità così confinate e con aspettative così grandi. Con grande indulgenza nei confronti di aspetti oligarchici ed elitisti della sua composizione che sono solitamente assai mal tollerati. Dico che è interessante perché quello a cui stiamo assistendo è il ritorno dell’uomo forte (travestito da uomo mite), e in particolare del desiderio dell’uomo forte. Gli italiani che nelle ore dispari vanno dicendo che non sono i nomi che contano, che contano i progetti, che bisogna stare attenti ad affidarsi a deus ex machina e artefici di miracoli, nelle ore pari sognano esattamente questo e ora vogliono credere di averlo trovato. Il risultato non è certo una dittatura, ma il desiderio che lo appoggia somiglia molto a quelli che in altri tempi hanno consentito le dittature. Alla fine, quello vuole la gran parte degli italiani, per quanto se la racconti: persone capaci e toste in grado di gestire le cose al posto suo.
a me preoccupa gli italiani, ce ne sono troppi in questo paese!

martedì 14 dicembre 2010

Bah....

"Silvio Berlusconi è un osso duro. Fini ha perso, Casini ha rotto politicamente e si è fatto contare alle urne, lui ha rotto personalmente e al dunque non ce l’ha fatta. Il Pd è nella palta. I problemi del Paese sono altri, e avremo altri terribili mesi di inedia. Sullo sfondo, elezioni con questa legge elettorale con Berlusconi ancora capo del centrodestra, e auguri al risultato. Per gente seria un nuovo impulso a emigrare perché non si salva praticamente nessuno, e nel pensarlo si prova autoribrezzo all’idea di diventare qualunquisti, qualunque cosa pensiate degli eccessi e delle tragiche promesse liberali mai mantenute da SB (io ne penso male e malissimo, dalle tasse alla spesa pubblica altissime alla riforma della giustizia mai varata pensando solo a sé, ma al dunque non c’è mai chi lo affronti senza scappare e lui resta in piedi ingessando sempre più tutto su se stesso, quanto alla sinistra in questi due anni l’ala liberal riformista mi sembra travolta da posizioni neostataliste e tassaiole che mi fanno orrore, dei giustizialisti non parlo per evitare parole improprie, il neoproporzionalismo mi atterrisce per la spesa pubblica che provocherebbe con le mani libere di ogni partitino in Parlamento). Di fronte a tale scontro a coltello che fa altre macerie e avviene ignorando che tra poche settimane riparte l’euroballo del debito e noi ci finiremo dentro, dico che Dio aiuti l’Italia – e cioè i milioni di italiani che faticano seriamente senza fiatare e vengono assassinati dal fisco." O.G.

martedì 7 dicembre 2010

lunedì 6 dicembre 2010

Il rivoluzionario oggi

Un vero rivoluzionario oggi dovrebbe spiegare ai ragazzini ma non solo che sta arrivando il momento in cui si può forzare i cardini della cultura imposta dall'alto, un momento che potrebbe essere propizio per poco, che va colto adesso. Dovrebbe combattere per poter "imporre" la comprensione della rete nei suoi risvolti sociali e nelle sue infinite possibilità di produrre soluzioni, lavoro, idee, arte. Un rivoluzionario oggi lotterebbe per suggerire chi diventeremo e come lo faremo, in un mondo dove il virtuale sarà complementare al reale e dove le macchine saranno compagne dell' avventura del futuro. Insegnerebbe con passione cosa significa essere nativi ma soprattutto come diventare protagonisti di questo mondo che è loro. Un rivoluzionario oggi vorrebbe che il nuovo mondo fosse forgiato sulla cultura del rischio, sul concetto di intelligenza collettiva, sullo sfruttamento intensivo del surplus cognitivo. Farebbe guerriglia insegnando ad evitare le insidie di un mondo in divenire mai come oggi frenetico e imprevedibile. Un rivoluzionario oggi farebbe tutto questo perchè ha capito che occasione unica gli propone il futuro e il pericolo di perderla se non sfruttata nel presente. Il rivoluzionario oggi deve aver coraggio perchè ha capito tante cose ma lo hanno fatto anche i suoi nemici.

lunedì 22 novembre 2010

Appartenenze

 lo spirito libero non può avere appartenenze. la forza di un'appartenenza è direttamente proporzionale ai limiti di un pensiero.
non sopporto le appartenenze.

giovedì 18 novembre 2010

Senza tifo non so stare!

La sintesi un pò triste e preoccupante di quello che si legge negli sguardi, nelle parole, negli atteggiamenti della gente italiana: io senza tifo non so stare!
Siamo abituati da sempre a subire il clima che circonda lo spettacolo del calcio, da sempre siamo istigati al confronto "senza se e senza ma" sui temi politici, da anni i giornali si stanno trasformando in curve, i direttori in capi ultras, le opinioni in cori da stadio.

Una tendenza che non sembra potersi invertire a breve e che anzi sembra coinvolgere anche chi dovrebbe o quantomeno potrebbe essere protagonista di un rinnovamento proprio nell'approccio all'analisi dei problemi, al giudizio critico sugli eventi, alla elaborazione di nuove idee.